Journal De Bruxelles - A Rai Teche nuovo appuntamento di Quattro passi nel delitto

A Rai Teche nuovo appuntamento di Quattro passi nel delitto
A Rai Teche nuovo appuntamento di Quattro passi nel delitto

A Rai Teche nuovo appuntamento di Quattro passi nel delitto

Prima puntata del giallo Il giudice e il suo boia

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La rassegna della Mediateca di Torino di Rai Teche dedicata al genere giallo, realizzata in occasione della mostra in corso in via Verdi 31 per tutto il 2025, presenta - martedì 25 marzo alle 18 al Palazzo della Radio di via Verdi 31- il terzo appuntamento del ciclo "Quattro passi nel delitto" con la proiezione della prima puntata del giallo "Il giudice e il suo boia" tratto dal romanzo dello scrittore svizzero Friedrich Dürrenmatt, considerato uno dei maggiori drammaturghi di lingua tedesca del novecento, famoso per i suoi testi teatrali, per i racconti ironici e per le sue storie poliziesche. Ingresso gratuito con prenotazione a [email protected]. Il filmato è anticipato dall'introduzione della docente dell'Università degli Studi di Torino Giuliana Galvagno che parlerà dell'evoluzione del genere poliziesco tra romanzo e televisione. Dürrenmatt stesso adatta per la televisione italiana "Il giudice e il suo boia" che è il primo dei suoi due romanzi prodotto e messo in onda da Rai nel 1972. Il secondo è "Il sospetto", ed entrambi sono diretti da Daniele D'Anza e interpretati da Paolo Stoppa nel ruolo del commissario Hans Barlach, "il Vecchio", come lo chiama affettuosamente l'autore. Accanto a Paolo Stoppa una serie di noti attori della televisione degli anni Settanta, come Glauco Mauri, nel ruolo dello storico nemico di Barlach e poi Ugo Pagliai, Adolfo Celi e Franco Volpi. Il vecchio commissario non assomiglia a nessuno degli illustri segugi arrivati prima di lui in letteratura o in televisione, dal dinamico Nero Wolfe al più umano Maigret all'impassibile Sherlock Holmes. Il commissario è anziano e malato, preferisce la razionalità alla violenza e affida ogni soluzione finale non all'intuizione o al caso, ma a un preciso congegno logico deduttivo, con una costanza che è una protesta contro il tempo, in nome di ciò che ancora gli resta da vivere.

D.Verstraete--JdB