Journal De Bruxelles - In atto nuova categoria film, opere non adatte a minori 10 anni

In atto nuova categoria film, opere non adatte a minori 10 anni
In atto nuova categoria film, opere non adatte a minori 10 anni

In atto nuova categoria film, opere non adatte a minori 10 anni

Rai Cinema, provvedimento importante per l'industria cinema

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Dal 1° febbraio 2025 c'è una nuova categoria al cinema, stabilita dal ministero della Cultura: quella di "Opere non adatte ai minori di anni 10", con relativa icona. Le opere che rientrano in questa categoria sono sconsigliate, a giudizio della Commissione, per la visione da parte dei minori fino ad anni 10. Chi esercita la responsabilità genitoriale può decidere comunque di mostrare questi contenuti ai minori se lo ritiene opportuno. Queste le classificazioni ad oggi in vigore: film per tutti, opere non adatte ai minori di anni 6, opere non adatte ai minori di anni 10, opere vietate ai minori di anni 14, opere vietate ai minori di anni 18. La Commissione esamina i film e decide in base a contenuti sensibili: violenza, sesso, uso di armi, linguaggio e turpiloquio, uso di sostanze stupefacenti e alcol, discriminazione e incitamento all'odio. Esiste su questo un database consultabile sul web, sul sito del Mic. Rai Cinema accoglie con favore l'iniziativa della Direzione Generale Cinema e Audiovisivo del ministero della Cultura che, con il decreto-legge n. 201 del 27 dicembre 2024, ha introdotto la nuova categoria delle "Opere non adatte ai minori di anni 10". "Si tratta di un provvedimento importante per tutta l'industria cinematografica - commenta Paolo Del Brocco, amministratore delegato di Rai Cinema - perché riguarda quei titoli che possono non essere adatti alla visione degli spettatori nella fascia 6/10 anni, pur non meritando un divieto ai minori di 14 anni. Un passo avanti significativo frutto anche del proficuo lavoro e dei suggerimenti della Commissione classificazione guidata dal presidente Luigi Carbone. La tutela dei giovani spettatori fra i 6 e i 10 anni consente alle Commissioni di avere a disposizione uno strumento che 'protegge' una fascia anagrafica di spettatori ancora in fase di formazione, senza dover ricorrere ad un divieto che ha enormi ricadute su tutta la comunicazione e la campagna di lancio di un film".

E.Goossens--JdB