Journal De Bruxelles - Pappano e il concerto di Busoni, 'Ha spinto alla modernità'

Pappano e il concerto di Busoni, 'Ha spinto alla modernità'
Pappano e il concerto di Busoni, 'Ha spinto alla modernità'

Pappano e il concerto di Busoni, 'Ha spinto alla modernità'

Serate-evento a Santa Cecilia con il pianista Vadym Kholodenko

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(di Luciano Fioramonti) ''Con questo concerto Ferruccio Busoni ha dato la spinta al movimento moderno. Per fare una cosa del genere ci vogliono tenacia, coraggio e attributi… questo è moderno''. Antonio Pappano descrive così le tre serate per le quali torna a Roma sul podio dell' Accademia Nazionale di Santa Cecilia ritrovando l' orchestra e il Coro che ha guidato per 18 anni fino al 2024. Il direttore d' orchestra angloitaliano sarà protagonista nella sala grande dell' Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone il 30 gennaio alle 19:30 (repliche il 31 alle 20:30 e il 1 febbraio alle 18) di un programma novecentesco annunciato come un vero e proprio evento, i Notturni di Debussy e, appunto, il Concerto per pianoforte, orchestra e coro maschile di Busoni con il pianista ucraino Vadym Kholodenko. Il sovrintendente Michele dall' Ongaro ha presentato il capolavoro scritto nel 1904 dal compositore toscano come ''una macchina del tempo impazzita senza precedenti'', nella quale confluiscono Wagner, Brahms, Liszt, Chopin, Beethoven, Verdi, le canzoni napoletane, le marce dei bersaglieri e un inno ad Allah. ''Proprio per la presenza di tutte queste influenze - ha spiegato Pappano - Busoni, che era andato a vivere il Germania, lotta con la sua parte teutonica e la sua natura italiana, ma non c'è nulla da fare, torna sempre a quest' ultima. Vuole essere eroico, dolce e imponente ma la melodia e il lirismo emergono sempre''. Il concerto viene proposto per la prima volta a Roma da Pappano che, con l' orchestra e il coro di Santa lo ha portato nelle tournée degli anni scorsi a Berlino e ad Amburgo. Busoni, il più grande pianista della sua epoca, direttore d' orchestra, filosofo e intellettuale, è un autore poco rappresentato oltre che per la visionarietà e le difficoltà tecniche (''ci vuole pazzia per mettersi al pianoforte e affrontare questa sfida'' ha detto) perché ''è sempre stato considerato, anche per il suo carattere, una figura per intellettuali. E' un peccato, la sua musica quando vira verso il teutonico si vende meno bene a un pubblico italiano. Non è la più facile da seguire', ma dobbiamo essere fieri di questo musicista, un uomo complesso ma molto dotato. Questa sua creazione è moderna perchè talmente pazza''. Quanto ai Notturni di Debussy, ha osservato, ''con l' orchestra si è lavorato di cesello per creare le atmosfere giuste, particolari e difficili da cogliere. Il suo Notturno non è nel senso di Chopin ma il gioco di luce della notte sull' acqua… Debussy pensa come un pittore. Mi piace l' idea di trasmettere tutto questo all' orchestra, spingendo a pensare non solo al suono ma ai colori e alle suggestioni''. Il ''ritorno a casa'' di Pappano è sempre carico di emozioni. ''Sono felicissimo di essere qui a Roma - ha detto - Il clima in prova è molto rilassato, forse perché non ho più le responsabilità che avevo prima. Ora io sono più sciolto. Con il Concerto di Busoni pago il debito di non averlo mai eseguito qui in passato. L''orchestra ha capito in questi giorni che è un evento perchè tutti i musicisti si sentono sono coinvolti, non solo il pianista. L' orchestra ceciliana è diventata molto reattiva, prima vi voleva più tempo. e questo è un grande un risultato''. L' anno prossimo Sir Tony sarà in cartellone con la Creazione di Haydn e per un altro concerto di cui si sta definendo il programma. Maestro, quanto l' ha aiutata nella sua carriera il confronto con la tradizione musicale italiana? ''La mia esperienza in teatro mi è stata di grande aiuto. Nel dna di ogni musicista italiano c' e l' opera. Ad esempio, Busoni nel suo concerto cita l' Aida e le atmosfere della tempesta dell' Otello verdiano. Il fascino dei colori delle melodie emerge subito con l' orchestra, altrove devo forse lavorare di più. La sontuosità e la sensualità del suono qui viene più naturale. Nella mia vita musicale oggi porto con me quello che ho dato e ricevuto nei 18 anni in cui ho fatto la spola tra Roma e Londra''.

R.Verbruggen--JdB