Journal De Bruxelles - 'Ciao bambino', una favola nera e ruvida tutta napoletana

'Ciao bambino', una favola nera e ruvida tutta napoletana
'Ciao bambino', una favola nera e ruvida tutta napoletana

'Ciao bambino', una favola nera e ruvida tutta napoletana

Tra Pasolini e Cuarón l'opera prima di Edgardo Pistone

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Forse non è affatto un caso che lo spacciatore di 'Ciao bambino', crudo e sorprendente esordio alla regia di Edgardo Pistone, abbia il viso di Pier Paolo Pasolini tatuato sulla schiena. Miglior opera prima alla Festa di Roma e Premio Speciale della Giuria al Tallinn Black Nights Festival, il film - nelle sale da oggi, 23 gennaio, con Filmclub Distribuzione by Minerva Pictures - ambientato a Troiano, difficile rione periferico di Napoli, è girato in un contrastato bianco e nero (alla Alfonso Cuarón di 'Roma') e racconta, in dialetto napoletano con i sottotitoli, una storia ai margini di amore e criminalità. Protagonisti due cuori puri gettati nell'inferno della periferia, ovvero il diciassettenne Attilio (Marco Adamo) ed Anastasia (Anastasia Kaletchuk), ragazza dell'Est che fa la prostituta. Lui ragazzo ingenuo, che non va oltre qualche furtarello, viene incaricato di proteggere Anastasia. A dargli l'incarico è Martinelli (Salvatore Pelliccia), ricettatore e magnaccia senza scrupoli e così il ragazzo si ritrova ogni sera ad aspettare i clienti della ragazza sua coetanea, ma inevitabilmente molto più matura. Cliente dopo cliente si capisce che Attilio soffre del lavoro di Anastasia, che forse si sta innamorando di lei. Ma per Attilio non è certo la ragazza il solo problema: il padre (interpretato da un sorprendente Luciano Pistone, vero padre del regista) uscito dal carcere continua ad essere un tossico e a giocare d'azzardo ed è poi perseguitato da Vittorio (Pasquale Esposito), uno strozzino freddo come un serpente. Attilio cercherà di mettere mano all'una e all'altra vicenda mostrando che non è quel 'bambino' (del titolo) come lo chiama provocatoriamente Anastasia, ma la vita alla fine si mostrerà anche più dura di quanto questo ragazzo potesse immaginare.

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E.Goossens--JdB