Discipline tecniche, troppo difficili per 1 ragazzo su 3
In Italia solo l'8,4% degli iscritti Stem continua studi
Secondo un nuovo studio di Deloitte, rilasciato in occasione della settimana nazionale delle discipline Stem, l'Italia non riesce a colmare il divario con il resto d'Europa nella formazione tecnica e scientifica. Nel nostro Paese, 6 studenti su 10 hanno preso in considerazione l'idea di intraprendere percorsi Stem (scienza, tecnologia, ingegneria e matematica) ma uno su tre vi ha rinunciato perché "sono materie troppo complesse" o perché pensa di non essere portato per questo tipo di percorso di studio (30%). Anche chi già segue corsi tecnici spesso torna sui suoi passi: solo l'8,4% dei ragazzi italiani iscritti ad una scuola Stem, prosegue con una specializzazione nel mondo dell'Ict (Information and Communication Technology), uno scenario strategico per l'Italia. La media europea è del 19,5%. A peggiorare il quadro è un marcato divario di genere: le donne che scelgono facoltà Ict sono solo il 15% del totale. Più della metà delle aziende italiane intervistate da Deloitte ha difficoltà a reperire figure professionali con competenze Stem, in particolare ingegneri e tecnici. Un terzo degli studenti Stem non esclude la possibilità di lasciare l'Italia. Tra le cause di questo fenomeno, Deloitte individua anche stereotipi di genere e discriminazioni: il 55% delle lavoratrici Stem riferisce di aver subito in prima persona forme di discriminazione, rispetto al 37% delle loro colleghe in ambito non tecnico-scientifico. La diffusione dell'intelligenza artificiale amplia la necessità di ruoli dedicati. Secondo i giovani lavoratori i settori in cui le competenze Stem possono offrire un maggiore contributo sono scienza, salute e medicina (43%), autonomia energetica (38%) e intelligenza artificiale e machine learning (32%). Per le imprese, invece, le Stem saranno fondamentali per garantire l'innovazione continua (75%) e guidare la trasformazione digitale (55%).
X.Maes--JdB