Journal De Bruxelles - Scoperta strategia di attacco di uno dei batteri più temuti

Scoperta strategia di attacco di uno dei batteri più temuti
Scoperta strategia di attacco di uno dei batteri più temuti

Scoperta strategia di attacco di uno dei batteri più temuti

Del Pseudomonas aeruginosa, studiati in mini-repliche di polmoni

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Colpisce le cellule più deboli per creare il caos e penetrare indisturbato le difese: è il metodo usato da uno dei batteri più temuti negli ospedali, il Pseudomonas aeruginosa. A scoprirne la tecnica di attacco ai polmoni è stato il gruppo di ricerca guidato da Urs Jenal, dell'Università di Basilea, in un lavoro pubblicato su Nature Microbiology usando organoidi dei polmoni, mini repliche in laboratorio dell'organo umano. Incluso da anni nella lista dei 12 patogeni più pericolosi al mondo stilata dall'Organizzazione mondiale della Sanità, il batterio Pseudomonas aeruginosa è uno dei più temuti nemici per la salute dei pazienti ospedalieri: una minaccia soprattutto per i pazienti fragili, con sistema immunitario compromesso, e che può avere un tasso di mortalità del 50%. Il pericolo maggiore è quando il batterio si diffonde nei tessuti polmonari più profondi ma era finora avvolto da un mistero capire quali meccanismi il batterio usasse per aggirare le barriere protettive dei polmoni. Una luce è arrivata ora dall'uso di organoidi, repliche in miniatura dei polmoni che permettono di seguire in tempo reale quel che avviene in un organo. "Questi modelli polmonari ci hanno permesso di scoprire la strategia di infezione dell'agente patogeno", ha detto spiega Jenal. Ne è emerso, in particolare, che i Pseudomonas sfruttano le debolezze di una tipologia di cellule dette caliciformi che producono il muco presente nei polmoni. Una sorta di anello debole che viene facilmente attaccato e ucciso: la loro morte apre dei varchi nel tessuto protettivo e permette ai patogeni di raggiungere le regioni più profonde. Un meccanismo finora sconosciuto che potrà migliorare la conoscenza dei meccanismi d'azione di questo pericoloso patogeno e che potrà aiutare a sviluppare terapie più efficaci.

R.Verbruggen--JdB