Journal De Bruxelles - Addio Vulcano, smentita l'esistenza del pianeta di Spock

Addio Vulcano, smentita l'esistenza del pianeta di Spock
Addio Vulcano, smentita l'esistenza del pianeta di Spock

Addio Vulcano, smentita l'esistenza del pianeta di Spock

La presunta scoperta del 2018 era frutto di un'illusione

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Brutte notizie per gli appassionati di Star Trek: i segnali provenienti dalla stella 40 Eridani A, che nel 2018 avevano fatto ipotizzare l'esistenza di un pianeta simile a quello di Spock, Vulcano, erano in realtà frutto di un'illusione astronomica generata dalla stessa attività stellare. Lo rivelano nuove misure di precisione, effettuate con lo strumento Neid, di Nasa e National Science Foundation, presso l'Osservatorio di Kitt Peak in Arizona. I risultati dello studio sono pubblicati su The Astronomical Journal dal gruppo di ricerca guidato dall'astronoma Abigail Burrows, del Dartmouth College del New Hampshire. Il presunto pianeta HD 26965 b (chiamato anche 40 Eridani A b) era stato individuato con il metodo della velocità radiale, un sistema che misura i cambiamenti nella luce della stella dovuti alle oscillazioni causate dall'influenza gravitazionale del pianeta in orbita. Questa tecnica, molto utile nell'identificare pianeti di grandi dimensioni, è invece meno efficace nel caso di pianeti di dimensioni più contenute come l'ipotetico HD 26965 b. Gli stessi autori della presunta scoperta avevano manifestato grande cautela. Nello studio avevano infatti affermato che i segnali rilevati erano compatibili con la presenza di un pianeta più grande della Terra e più piccolo di Nettuno con un'orbita di 42 giorni, ma avevano allo stesso tempo avvertito che non c'erano dati a sufficienza per poter escludere che questi segnali fossero semplicemente il frutto di cambiamenti sulla superficie della stella. La conferma ai loro sospetti arriva ora dallo strumento Neid che, analizzando il presunto segnale del pianeta a varie lunghezze d'onda, ha scoperto che si tratta in realtà di uno sfarfallio generato dalla superficie della stella. Il fenomeno sarebbe provocato da moti di convezione sotto la superficie della stella combinati con la presenza di regioni attive o macchie.

E.Carlier--JdB