Journal De Bruxelles - Coe, penso seriamente a candidarmi per la presidenza del Cio

Coe, penso seriamente a candidarmi per la presidenza del Cio
Coe, penso seriamente a candidarmi per la presidenza del Cio

Coe, penso seriamente a candidarmi per la presidenza del Cio

'Mie esperienze credo possano essere utili per questo ruolo'

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Ieri il presidente del Cio Thomas Bach, che guida il movimento olimpico dal 2013, ha dichiarato ufficialmente che non pensa a cambiare le regole e quindi non cercherà di rimanere in carica per un terzo mandato, "perché i nuovi tempi richiedono nuovi leader". Oggi gli ha risposto indirettamente il n.1 dell'atletica mondiale Sebastian Coe, che nel corso di una conferenza stampa ha ammesso che sta pensando di candidarsi. "Ci sto riflettendo seriamente", ha detto Coe, il cui terzo e ultimo mandato come presidente di 'World Athletics' scadrà nel 2027. "Ho sempre detto chiaramente che se si fosse presentata l'opportunità, ci avrei pensato seriamente - le parole di Coe -. Ora la possibilità si è presentata, e ovviamente devo pensarci. Coe, due volte campione olimpico dei 1500 metri e poi a capo del comitato organizzatore di Londra 2012, oltre che deputato del partito dei Conservatori alla Camera dei comuni dal 1992 al 1997, ha poi elencato le caratteristiche che, a suo dire, lo renderebbero un candidato adatto alla presidenza del Cio. "Sono stato coinvolto nel movimento olimpico per la maggior parte della mia vita - ha detto -. Ho presieduto i Giochi Olimpici di Londra dalla candidatura allo svolgimento dei Giochi e fino ai due anni successivi. Da atleta ho avuto il privilegio di partecipare a due Olimpiadi, poi ho presieduto il Comitato Olimpico del mio paese e ora ho il miglior lavoro del mondo, come presidente dello sport olimpico numero uno. Sono esperienze che, se messi insieme ad altri aspetti della mia vita, penso possano essere utili per il ruolo nel Cio". Coe è anche un innovatore comprovato, avendo assunto la direzione di un'atletica mondiale in grave difficoltà dopo che il predecessore Lamine Diack era stato coinvolto in un'operazione di insabbiamento di casi di doping russo. Poi ha anche assunto una posizione dura escludendo gli atleti russi e bielorussi in risposta all'invasione dell'Ucraina nel 2022. Allo stesso modo, si è attirato le critiche di alcuni presidenti di federazioni nazionali per aver compiuto il passo, definito da alcuni rivoluzionario, di pagare 50.000 dollari a testa di premio ai vincitori delle medaglie d'oro olimpiche del suo sport Alla domanda su quale potrebbe essere la sua visione per il Cio, oggi ha risposto che "il presidente entrante avrebbe bisogno di una concentrazione totale sulla necessità di innovare e cambiare. Sappiamo che i Giochi Olimpici riguardano fondamentalmente lo sport - ha aggiunto -. Ma negli ultimi tempi ho percepito che lo sport, in un certo senso, è scivolato in fondo all'agenda" "Nell'ultimo anno ho sentito parlare molto di solidarietà, empowerment e sostenibilità, e poi di controlli sulla salute - ha detto ancora - e ogni buona organizzazione dovrebbe avere queste cose al centro dei propri interessi. Noi di World Athletics li abbiamo, e non siamo l'unica organizzazione. Sono assolutamente elementi essenziali di una buona organizzazione, Il mio punto di vista è che lo sport dovrà assicurarsi di fare la sua parte, facendo sentire il peso del proprio ruolo, perché abbiamo delle sfide da affrontare". Una battuta sull'atletrica di Parigi 2024: "Usain Biolt è stato per noi, ciò che è stato Muhammad Ali per il pugilato, e uno così non si può rimpiazzare, è unico. Ma sono venuti fuori tanti campioni, prendendo in esame tutte le gare ben 75 diversi paesi hanno piazzato loro atleti nei primi otto e più di un milione di biglietti è stato venduto: siamo veramente uno sport universale. L'altra sera avevo accanto a me Snoop Dogg da una parte e Simone Biles dall'altra, ed è stato bello spiegare loro il senso dei 1500 metri".

A.Parmentier--JdB