Covid, in Europa persi 17 milioni di anni di vita
Italia tra i Paesi che ha più contenuto la mortalità
Tra il 2020 e il 2022 in 18 Paesi europei la pandemia da Covid-19 ha causato la perdita di quasi 17 milioni di anni di vita, sia direttamente - a causa dei decessi da Covid - sia indirettamente, incidendo sulla capacità di assistenza da parte dei servizi sanitari e peggiorando le condizioni di salute generale di chi ha contratto l'infezione. Sono i dati di uno studio coordinato dall'Imperial College di Londra pubblicato su Plos Medicine, che mostra come durante la pandemia l'Italia sia stata tra i Paesi che meglio sono riusciti a contenere la mortalità in eccesso dovuta a Covid. "Molte persone morte durante la pandemia avrebbero probabilmente vissuto più a lungo se la pandemia non si fosse verificata. Lo studio ha quantificato questi anni persi", spiega l'Imperial College in una nota. Nel complesso, rileva lo studio, la pandemia ha causato una perdita di 4,7 milioni di anni di vita nel 2020; 7,1 milioni nel 2021 e 5 milioni nel 2022, per un totale dei 16,8 milioni di anni totali persi. Di questi, circa il 60% sarebbe stato vissuto senza alcuna disabilità. La fascia di età in cui si è registrata una maggiore perdita è quella degli over-80 (60%). Forti le differenze su base socioeconomica e geografica, con le fasce di età e i Paesi più poveri che scontano un maggiore eccesso di mortalità. Tra i Paesi, in particolare, il maggior numero assoluto di anni di vita persi si registra in Spagna: 3,2 milioni. L'Italia, invece, nonostante gli 1,8 milioni di anni di vita persi, mostra dati migliori rispetto ad altri Paesi di dimensione e Pil analoghi. Ha infatti un tasso di anni di vita persi inferiore alla media e migliore, oltre che della Spagna, anche del Regno Unito o della Germania (ma poco peggiore della Francia). Tra i fattori che potrebbero aver contribuito a questo dato, le vaccinazioni: lo studio mostra infatti che le maggiori coperture vaccinali sono in grado di annullare gli effetti negativi sulla mortalità del basso status socio-economico e del Pil dei Paesi. Gli alti tassi di copertura vaccinale, inoltre, potrebbero rappresentare "un indicatore della qualità e della portata dell'assistenza sanitaria nel Paese, oltre che della conformità della popolazione alle linee guida e le politiche sanitarie del governo", conclude lo studio.
O.Meyer--JdB