Ok da Commissione Europea a farmaco mirato per il morbo di Crohn
Riduce l'infiammazione del tratto gastrointestinale
La Commissione Europea (CE) approva mirikizumab (antagonista dell'interleuchina-23p19 infiammatoria) di Lilly per il trattamento della malattia di Crohn in fase attiva da moderata a grave nei pazienti adulti: il farmaco, già approvato per il trattamento della Colite Ulcerosa, rappresenta per i pazienti un'opzione terapeutica in grado di fornire un controllo della malattia a lungo termine e offrire sollievo dai sintomi più impattanti, tra i quali l'urgenza intestinale. È quanto riferito da Lilly. L'ok della CE fa seguito al parere positivo del Comitato per i medicinali per uso umano (CHMP) dell'Agenzia europea per i medicinali (EMA) nel dicembre 2024 e si basa sui risultati dello studio clinico di fase 3 VIVID-1, secondo cui i pazienti trattati hanno un miglioramento significativo sia della remissione clinica (54,1% vs 19,6% di pazienti trattati con placebo) sia della risposta endoscopica a un anno, con una guarigione visibile del rivestimento intestinale (48,4% vs 9% di pazienti trattati con placebo). Il morbo di Crohn è una Malattia Infiammatoria Cronica Intestinale (MICI) che in Italia colpisce circa 100 mila persone, con esordio soprattutto in età giovanile, tra i 15 e i 40 anni, sebbene possa manifestarsi a qualunque età. È associato a progressivo danno intestinale, disabilità e peggioramento della qualità di vita. Mirikizumab agisce nel ridurre l'infiammazione del tratto gastrointestinale prendendo di mira una proteina specifica, l'interleuchina-23p19, fattore chiave dell'infiammazione intestinale nella malattia di Crohn. "Se non adeguatamente controllata, la malattia di Crohn - spiega Alessandro Armuzzi, Responsabile UO IBD, Istituto Clinico Humanitas, Rozzano e Professore Ordinario di Gastroenterologia, Humanitas University - può portare a complicazioni che richiedono ospedalizzazione e intervento chirurgico. I pazienti, inoltre, spesso si rassegnano a una ridotta qualità della vita, con sintomi come diarrea cronica, dolore addominale e urgenza intestinale e un forte impatto sul loro benessere psicologico e sulla socialità. Oggi, i pazienti hanno a disposizione un'ulteriore opzione terapeutica con un ottimo profilo di sicurezza ed efficacia per il trattamento della malattia e il controllo dei sintomi, per una migliore qualità di vita".
E.Carlier--JdB