Journal De Bruxelles - Buzzetti (Sid), 'rischio diabete giù del 40% dimagrendo del 10%'

Buzzetti (Sid), 'rischio diabete giù del 40% dimagrendo del 10%'

Buzzetti (Sid), 'rischio diabete giù del 40% dimagrendo del 10%'

Obesità favorisce malattie renali, cardiovascolari e tumori

Dimensione del testo:

"L'obesità è un fattore di rischio veramente rilevante per molte malattie del metabolismo. Basti pensare che una riduzione del 10% del peso corporeo riduce il rischio di ammalarsi di diabete di tipo 2 anche del 40%". Così Raffaella Buzzetti, presidente della Società Italiana di Diabetologia (Sid) e presidente FeSDI, a margine del convegno organizzato in occasione del World Obesity Day al ministero della Salute questa mattina. L'obesità e il sovrappeso, ha ricordato, sono "fattori di suscettibilità al diabete di tipo 2". Basti pensare che "l'85-90% delle persone che si ammalano di diabete di tipo 2 sono in sovrappeso o obese". L'obesità, inoltre, incide anche sul diabete di tipo 1. "Anche se questa patologia ha un'origine autoimmune, si registra un'anticipazione della diagnosi a causa dell'aumento dell'eccedenza ponderale e dell'obesità nei bambini e negli adolescenti", ha aggiunto la specialista. Non è solo il diabete però a essere favorito dal peso in eccesso. L'obesità è un "fattore di rischio pure per complicanze cardiovascolari e renali, ma anche per molti tumori", ha aggiunto Buzzetti, che ha ricordato che il trattamento dell'obesità oggi poggia su due capisaldi. Da una parte un cambiamento nello stile di vita che comprenda esercizio fisico, per esempio "una camminata di buon passo tre volte a settimana per 40 minuti", e "un cambiamento della dieta con riduzione degli zuccheri semplici e i grassi saturi e un incremento delle fibre". Dall'altra, i farmaci: "in questo momento abbiamo molecole veramente efficaci della classe degli agonisti del recettore del Glp-1. Si sono dimostrati efficaci non solo nel ridurre l'obesità e il sovrappeso, ma anche nell'abbassare in maniera significativa l'emoglobina glicata e proteggere dal rischio cardiovascolare e dalla malattia renale cronica", ha concluso.

I.Servais--JdB