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Fertilità, cresce del 50% numero donne che congelano ovociti
Tra i motivi, ricerca di partner stabile e social freezing
E' cresciuto in un anno del più della metà il numero di donne che decidono di preservare la loro fertilità, optando per il congelamento degli ovociti, in Italia. Tra i motivi, la ricerca di un partner stabile, problemi di salute, ragioni personali (il cosiddetto 'social freezing') o la necessità di trovare una stabilità lavorativa ed economic. Sono gli ultimi dati raccolti dal gruppo Genera, che in occasione dell'8 marzo, aprirà le porte dei suoi centri specializzati in medicina e biologia della riproduzione per il Ferty Check. "La capacità riproduttiva di una donna può essere compromessa da terapie tossiche per il sistema riproduttivo (dette gonadotossiche) per patologie oncologiche, come il tumore della mammella, dell'ovaio e dell'utero, per patologie sistemiche o per malattie ginecologiche come l'endometriosi severa che, pur essendo una malattia benigna, può compromettere gravemente il patrimonio ovarico diminuendo così la riserva ovarica - spiega Alberto Vaiarelli, ginecologo e responsabile medico-scientifico del centro Genera di Roma-. Inoltre, l'1% delle donne può essere esposto ad un rischio genetico di menopausa precoce che può insorgere prima dei 40 anni. Ma tra le indicazioni alla crioconservazione ovocitaria, rientrano anche quelle più personali ('social freezing') che interessano donne che per vari motivi decidono di posticipare la ricerca di una gravidanza". Siamo comunque molto lontani da una diffusione su larga scala. "parliamo di alcune centinaia di procedure l'anno - continua -purtroppo ancora pari a meno del 10% di tutti i cicli di Pma che effettuiamo nei nostri centri, soprattutto perché i farmaci sono a carico del paziente". La procedura di congelamento ovocitario si articola in tre fasi. Prima si effettua una stimolazione ormonale controllata con iniezioni sottocutanee e monitoraggi ecografici per circa 12 giorni. Successivamente, il prelievo ovocitario avviene in day hospital con una leggera sedazione o anestesia locale tramite aspirazione transvaginale dei follicoli maturi. Infine, gli ovociti vengono crioconservati tramite vitrificazione, una tecnica che li mantiene in azoto liquido a -196°C senza danni, considerata il metodo più efficace per preservare la fertilità femminile. "Ricordiamo che l'efficacia della crioconservazione ovocitaria dipende soprattutto dall'età e dalla riserva ovarica (numero di ovociti a disposizione), motivo per il quale consigliamo di procedere entro i 35 anni di età", conclude.
J.F.Rauw--JdB