Journal De Bruxelles - Rivelato un nuovo tipo di memoria attivo anche durante il sonno

Rivelato un nuovo tipo di memoria attivo anche durante il sonno

Rivelato un nuovo tipo di memoria attivo anche durante il sonno

Studio, coinvolge una parte del cervello colpita dall'Alzheimer

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È stato rivelato un nuovo tipo di memoria ad alta efficienza energetica attivo anche durante il sonno, che forma ricordi riducendo notevolmente i costi metabolici: il meccanismo si verifica in una parte del cervello, chiamata corteccia entorinale, che è cruciale per l'apprendimento e la memoria e che viene colpita dalla malattia di Alzheimer. La scoperta, pubblicata sulla rivista Nature Communications, si deve allo studio guidato dall'Università della California a Los Angeles, che si è avvalso di un 'microscopio matematico', un approccio innovativo basato su modelli matematici applicati alla biologia. La cosiddetta 'memoria di lavoro', che immagazzina le informazioni solo temporaneamente ed è praticamente sempre in funzione, si basa su un circuito che coinvolge lo strato più esterno del cervello, la neocorteccia, e regioni più profonde tra cui la corteccia entorinale. I ricercatori coordinati da Mayank Mehta hanno osservato che i segnali provenienti dalla neocorteccia somigliano a onde che si formano e poi si infrangono sulla costa, mentre la corteccia entorinale è come un nuotatore che segue il movimento dell'acqua. Ma quando dormiamo, o siamo sotto anestesia, la corteccia entorinale rimane in uno stato di inattività persistente nonostante i segnali in arrivo, un meccanismo mai osservato prima. La scoperta si deve al microscopio matematico messo a punto, che ha permesso di predire con grande accuratezza questo nuovo comportamento. "Una corrispondenza così perfetta o quasi tra le previsioni di una teoria matematica e gli esperimenti non ha precedenti nel campo delle neuroscienze", commenta Mehta. "L'aspetto interessante dell'inattività persistente è che non richiede praticamente alcuna energia: la combinazione di inattività e attività persistente - conclude il ricercatore - raddoppia la capacità di memoria, riducendo al contempo il costo energetico".

D.Mertens--JdB