Journal De Bruxelles - 'Scambiata per ladra perché nera', la denuncia di Osakue

'Scambiata per ladra perché nera', la denuncia di Osakue
'Scambiata per ladra perché nera', la denuncia di Osakue

'Scambiata per ladra perché nera', la denuncia di Osakue

La discobola azzurra: 'C'era tanta gente, hanno fermato solo me'

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"C'era tantissima gente e hanno fermato proprio me, bloccata all'improvviso come se stessi rubando tutto il negozio. Mi dà fastidio, molto fastidio". Torna a parlare di razzismo Daisy Osakue, la discobola atleta della nazionale azzurra, campionessa olimpica, che vive nel Torinese, a Moncalieri, che ha più volte denunciato di essere stata vittima di discriminazioni: alcuni anni fa fu raggiunta da un lancio di uova da un'auto in corsa e riportò una lesione a una cornea. La vicenda emerge attraverso il sito online del quotidiano La Stampa, che riferisce di un post su Instagram, in cui afferma: "Sono stata fermata a Torino in un negozio Apple. Pensavano stessi rubando, perché nera". "C'era una bella giornata, c'era il sole, e mi serviva un adattatore nuovo perché ho comprato un nuovo cellulare - dice Osakue -. All'improvviso mi avvicina un ragazzo - racconta -, ha una pettorina arancione, è uno della sicurezza. E mi dice: 'Devi pagare prima di andare via'". Osakue allora chiede: "In che senso? Sto andando giù, dopo che ho guardato quello che mi serve, pagherò giù". "Sto facendo il mio lavoro, sto facendo solo il mio lavoro" è la risposta che la sportiva riferisce di avere ricevuto dall'uomo. "Siamo seri, guardiamoci in faccia - dice a quel punto l'atleta - hai bloccato me e non altra gente perché?" e apre il portafoglio e mostra il tesserino delle Fiamme Gialle: "Hai bloccato l'unico militare di colore e hai fermato me perché credevi che stessi rubando". È una brutta domenica. Daisy sceglie di tornare a casa a piedi. "Se salgo su un bus e qualcuno mi tocca parto di testa - conclude - Ma è tutta colpa mia, che ho pensato di uscire di casa, sotto Natale, per fare shopping". "Capisco che stava lavorando, la gente ruba e tutto quello che vuoi - conclude l'azzurra -. Ma il 'racial profiling' resta 'racial profiling' e quando ci sono più persone dimostri che ti basi su preconcetti e non fatti. Sono stati carini i ragazzi di Apple che si sono scusati".

A.Parmentier--JdB