Stanzione, con l'IA più lavoro ma occhio a diseguaglianze
Sostituirà circa 85 milioni di posti ma ne creerà 97 milioni
"Si ritiene che l'intelligenza artificiale potrebbe sostituire, nei prossimi anni, circa 85 milioni di posti di lavoro creandone, tuttavia, 97 milioni di nuovi, sebbene con un rischio di nuove, ulteriori diseguaglianze". E' l'avvertimento che lancia il presidente del Garante per la protezione dei dati personali, Pasquale Stanzione, aprendo la sua relazione al Parlamento sull'attività svolta dall'Autorità nel 2023 dove sottolinea: "non si tratta, del resto, di un rischio così peregrino, se si considerano le profonde diseguaglianze che, anche sul terreno del lavoro, il capitalismo digitale ha prodotto, rispetto ai lavoratori 'invisibili' della gig economy". Faro acceso anche su Chat Gpt. "L'attenzione nei confronti delle neotecnologie esprime la consapevolezza dell'ormai piena integrazione dell'intelligenza artificiale nella nostra vita privata e pubblica" tanto che, ad esempio, "circa il 65% dei ragazzi utilizza oggi l'intelligenza artificiale per svolgere i compiti; due studenti su tre avrebbero preparato l'esame di maturità ricorrendo a Chat Gpt che peraltro, a quanto pare, non sarebbe riuscita a tradurre correttamente il Minosse, o Della legge, attribuito a Platone", ha detto ancora Stanzione, nella relazione al Parlamento. Non solo. "L'intelligenza artificiale è riuscita persino ad arricchire, con effetti visivi e sonori straordinari, la Turandot rappresentata alla Scala. Un' impresa su quattro, nel nostro Paese, ha già integrato l'intelligenza artificiale nei propri processi produttivi ed entro un anno - si stima - il 60% delle aziende la utilizzerà nei procedimenti assunzionali". "L'Ai Act rappresenta - ha detto ancora Stanzione -, assieme a ciò che fu il Gdpr otto anni fa, il tentativo più avanzato dell'Europa di delineare una strategia antropocentrica di governo della tecnica. Nel promuovere un'innovazione sostenibile sotto il profilo delle garanzie giuridiche, dell'equità sociale, della dignità personale, l'Europa ha, infatti, investito sul terreno del digitale la propria identità come Comunità di diritto, marcando la propria specificità tanto rispetto alla deregulation o alla settorialità dell'approccio americano, quanto rispetto all'autoritarismo sino-coreano". Quella dell'Unione europea è stata "la prima disciplina al mondo, di taglio organico e non settoriale, dell'intelligenza artificiale, segnando una primazia che non è, affatto, soltanto cronologica ma è, soprattutto, assiologica".
F.Dubois--JdB